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SONNO E SOGNI. Lezione 1

MASADA n° 1115. 4-4-2010

 

(Picasso)

(Questa è la prima lezione di un corso su Sonno e Sogni tenuto a Bologna dalla prof. Viviana Vivarelli)

Noi siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata dal sonno.”
Shakespeare

Il quaderno dei sogni – L’interpretazione – Cenni storici – L’Anfiarao di Oropo – Il tempio di Epidauro – Gli animali simboli – Sogni di Anna – Guarire sognando

Dormire e sognare occupano metà della nostra vita, un periodo troppo lungo perché possiamo trascurarlo.
In questo corso impareremo cosa é il sonno, come si può dormire meglio, come si possono interpretare i sogni.
Dormire bene significa prima di tutto riposare e inoltre sfruttare le potenzialità del sognare per scoprire altre risorse oltre quelle razionali della veglia.
Il sogno è una dimensione preziosa di cui non possiamo fare a meno e che, nella nostra cultura, abbiamo in parte perduta.
Chi dorme male o non ricorda i propri sogni o fa sogni sgradevoli, non trae da questa possibilità risorse e soluzioni, non si riposa e rigenera, non evolve, non cresce in se stesso, non usa tutti i suoi mezzi per essere più felice.
Sonno e sogno sono due indicatori fondamentali della nostra salute, sia fisica che psichica, che possono aprire porte straordinarie sul nostro futuro. Non possiamo minimizzarli e dovremmo averne cura.
Il sogno è un passaggio decisivo del nostro sviluppo personale, una dimensione senza la quale non saremmo completi”.
Non ricorda i sogni chi non ha comunicazione tra la sua parte conscia e quella inconscia, non è detto che ciò sia un male, ma certo è una limitazione nelle potenzialità che la natura ci ha dato”.

(Alfonso Filieri)

IL QUADERNO DEI SOGNI

La prima cosa che possiamo fare da subito, per attivare l’attività onirica, è concederle attenzione. L’inconscio parla appena capisce che viene considerato. Appena si sentirà considerato, comincerà a funzionare come un oracolo molto preciso che ci darà un punto di vista molto particolare sulla nostra vita, con previsioni sul nostro futuro, un punto di vista che a volte è fin troppo soggettivo, a volte sembra totalmente oggettivo come se il sogno fosse il messaggio di un osservatore che vede la nostra vita da un punto di vista molto diverso con una concezione ‘altra’ del tempo, dello spazio, del significato e delle connessioni tra enti. Il sogno, infine, può riguardare eventi storici e sociali che non ci riguardano personalmente ma che attengono piuttosto alla storia del gruppo a cui apparteniamo, il nostro paese o addirittura l’intero mondo.
Facciamo anche domande al sogno prima di addormentarci, diamogli degli in-put come se la nostra psiche fosse un computer e noi mettiamo dei dati e delle richieste in macchina per avere risposte da un archivio di conoscenze superiore al nostro.
Per mettere in moto la macchina, scriviamo queste domande su un blocchetto da mettere sul comodino prima di prendere sonno. Rivolgiamoci al nostro operatore profondo o all’archivio totale e poniamogli delle domande, sicuri che prima o poi avremo delle risposte. Come avviene per qualunque computer, qualche volta ci sarà da aspettare, non sempre e subito saremo in linea, possono esserci delle cadute di collegamento e all’inizio ci sarà da prenderci la mano, poi in seguito tutto si svolgerà in modo migliore e diventeremo migliori operatori di noi stessi.
Jung diceva che l’anima è un ponte della coscienza con l’inconscio, cioè con la parte profonda e inesplorata di noi, e possiamo scriverle e interrogarla. Jung lo faceva e l’inconscio rispondeva.
Nel sogno possono arrivarci immagini simboliche o criptiche, spesso non facili da interpretare che hanno bisogno di una conoscenza particolare dei simboli e del loro valore. I simboli del sogno sono come le parole di un’altra lingua, che all’inizio sembrano non avere alcun senso, poi, un po’ alla volta si rivelano un linguaggio segreto di grande aiuto.
Ricordiamo che ci apprestiamo a conoscere non solo un altro linguaggio ma anche un altro modo di connettere le cose tra loro, di parlare in modo figurato o metaforico, di valutare diversamente il mondo, di articolarlo secondo piani multipli, di considerarlo non secondo coordinate materiali ma di significato immateriale.
Quando l’interpretazione è buona, la risposta è sempre valida e può oltrepassare i dati riscontrabili di memoria e osservazione cosciente. L’inconscio sa tutto, conosce il nostro bene, legge il nostro futuro, non ci inganna mai. Ha solo un modo di comunicare la realtà diverso da quello della mente razionale o dai sensi ordinari, non parla secondo le apparenze formali ma secondo i significati sostanziali. Questo modo ha bisogno di essere imparato. L’interpretazione di un sogno è in realtà una traduzione da una lingua (quella dell’inconscio individuale o collettivo) a un’altra (quella della mente razionale e cosciente).
Cominciamo dunque a preparare un quaderno o blocchetto da mettere sul comodino per scrivere le domande che poniamo all’inconscio e le risposte che esso ci dà sotto forma di sogni e simboli, e scriviamo i sogni più vividi che ci ricordiamo, soprattutto quelli fatti al mattino. Scriviamoli a caldo, prima che possano essere rimossi dalla memoria o manipolati dall’intelletto, allegando la data e il titolo che ci viene immediatamente in mente.
Se avete capacità poetiche, potere anche riscrivere il sogno in forma di poesia, mettendo giù rapidamente, come in automatico, i versi così come vengono, senza correggerli, modalità espressiva molto usata dai surrealisti.
Se avete capacità pittoriche, traducete il sogno in disegno o pittura, figurativa o astratta, o anche scarabocchio. O ricomponetelo come mandala, riportando all’ordine gli elementi asimmetrici e disturbanti.
E’ cosa utile anche raccontare a viva voce il sogno a un altro, perché il solo fatto di raccontarlo permette di ricordare particolari che altrimenti verrebbero dimenticati.
Non sempre il sogno rende chiaro subito il suo significato. Ci sono sogni che sono stati capiti anche dieci anni dopo essere stati fatti, perché si collegano a eventi che devono ancora accadere (il sogno può essere predittivo), come ci sono sogni che vengono ricordati tutta la vita. Jung ricordò sempre alcuni sogni che aveva fatto da piccolo.
Non scriverete tutti i sogni o tutti i brandelli di sogno, ma solo quelli che sono più importanti. Un sogno è importante quando colpisce il cuore, quando scuote l’intuizione, quando suscita emozione. Dunque se un sogno viene ricordato poco o dimenticato subito, vuol dire che non è importante. Se invece dà una scossa all’anima, ci turba, resta dentro di noi, se si continua a pensarlo anche molto tempo dopo, se crea turbamento e resta nella memoria, allora vuol dire che può essere importante.

Abbiamo detto che il sogno proviene dall’inconscio, tuttavia in ognuno di noi c’è un inconscio inferiore che può disturbarci con riferimenti a contenuti rimossi al modo freudiano, e un inconscio superiore al modo junghiano, che può parlarci in molti modi, ma soprattutto attraverso la via del sogno; esso è in grado di guardare le nostre vicende da una diversa prospettiva, avvertirci, curarci, rigenerarci, parlarci del nostro futuro. Può essere, all’occasione, una specie di maestro interiore molto più saggio di noi e che sa molte più cose.
Per ricordare i sogni della notte occorre far capire all’inconscio che siamo pronti all’ascolto: mettete un taccuino e una penna sul comodino, scrivete le vostre domande importanti come se vi rivolgeste a un oracolo. Entro tre notti la risposta arriva.
A questo punto si deve scrivere la risposta e conservarla con la sua data e metterci anche un titolo, perché un sogno è come un racconto o una poesia e ha bisogno di essere ricordato con un titolo. Il titolo stesso può essere rivelatore del punto per cui il sogno è venuto. Poi scoprirete che il titolo vi permette di focalizzare l’attenzione sul nucleo del sogno, sul suo cuore, sul motivi che lo ha posto in essere.
Non è facile capire il senso di un sogno. Spesso la mente cosciente non vuole proprio capirlo, per una forma di autodifesa.

A volte i sogni sono veri enigmi. E non è detto che riusciamo capirli. Ma Jung diceva che sia che li comprendiamo o no, essi agiscono lo stesso, perché sono energia, forza attiva in forma di immagini e emozioni. Del resto Jung riteneva che noi evolvessimo anche quando siamo in coma. Ma la mente razionale ha bisogno di capire il sogno, di dargli un significato. Noi siamo formati da molte parti, la coscienza è una parte importante di queste e non possiamo vivere solo come creature inconsce.
Ci sono sogni che si svelano dopo anni, solo quando uno è pronto a capirne il messaggio, sono sogni progressivi rivolti al nostro io futuro, altri invece sono predittivi e annunciano fatti che ancora non si sono presentati e questi sogni non possono essere interpretati, anzi ogni interpretazione è fallimentare proprio perché non sono messaggi sotto forma di simboli, bensì eventi a vanire che giustificheranno il sogno solo quando si saranno verificati. Ci sono persone che hanno frequentemente sogni di predizione del futuro e, quando uno lo sa, può stare attento a interpretare il sogno, trattenendosi dal fare associazioni simboliche. Solo che qualche volta è facile capire se un sogno è predittivo, altre volte non è possibile.
Per non dimenticare i sogni basta dunque andare a dormire con l’intenzione di sognare, ma è meglio se si sa di poterli raccontare a qualcuno; sapere che qualcuno ascolterà il sogno stimola immediatamente l’attività del sognare.
Il sogno non andrebbe mai letto ma raccontato, perché accade che, mentre lo si racconta, si riattiva un fiume di emozioni e possono emergere alla memoria altri particolari che erano finiti nel subconscio; a volte accade anche che, mentre si racconta un sogno, si capisce di colpo il suo significato, come se, raccontandolo, lo si vedesse con gli occhi dell’altro, il passaggio dal significato inconscio alla sua comprensione avviene più facilmente se c’è un ascoltatore esterno, questa sembra la cosa più utile che si possa fare per far riemergere il contenuto e svelarne il significato.
Per questo quando uno entra in analisi e l’analista gli chiede di raccontare i suoi sogni, la memoria dei contenuti onirici si attiva. Addirittura persone che dicono di non sognare mai, come entrano in analisi o trovano uno psicologo in ascolto cominciano a ricordare.
Trascrivere un sogno in dettaglio, rileggerlo, raccontarlo, è già di per sé un inizio di terapia.
Ma vedremo che funziona anche mettere un sogno in poesia o dipingerlo o farne un racconto o una fiaba o drammatizzarlo.
Sogniamo tutti. Il sonno senza sogni è un inganno della memoria.
Alcuni dicono di non sognare, ma non è vero, forse non lo ricordano ma sognano come tutti gli altri due ore per notte.
In verità noi siamo ricchi di sogni perduti, che continuano ad agire a livelli profondi della nostra psiche ed esplicano ugualmente la loro potenza benefica.
La mente della veglia o coscienza vorrebbe capire i sogni ma attenzione, essa è maestra d’inganno e di false interpretazioni.
Quando iniziamo a parlare di sogni, avviene subito qualcosa dentro ognuno di noi, viene richiamata la nostra parte sognante, viene attivato il nostro inconscio e incomincia un lavoro psichico.
Avvertiremo rapidamente che il sogno vuole essere ascoltato ed è bene ascoltarlo perché esso è un oracolo che parla a chi lo interroga. Il mondo antico lo sapeva benissimo e aveva grande rispetto per il sognare.
Il mondo occidentale è materialista e ci ha spinti a dimenticare questa fonte segreta di sapere come ci ha allontanato dalla nostra interiorità, Jung dice: “Siamo infelici, perché siamo poveri d’anima“. La nostra cultura è abbastanza superficiale e dovremmo fare un lungo lavoro di recupero delle sue nostre basi profonde, della nostra interiorità.
La nostra è una civiltà selettiva che ha dato il monopolio ai sensi e all’intelletto, diminuendo la parte spirituale e intuitiva dell’uomo e dunque impoverendolo. Purtroppo tutto quello che escludiamo ci impoverisce, mentre il nostro compito dovrebbe essere l’allargamento di tutte le nostre risorse potenziali per arrivare ad essere pienamente ciò che siamo.
Quando si scrive o si racconta un sogno, si deve resistere all’impulso di renderlo più razionale, dovremmo rispettare il suo caos, le sue stramberie, la veste allegorica; il sogno è una metafora, non è un contenuto logico, realistico o razionale; il suo linguaggio non è quello dell’emisfero sinistro o intellettivo, ma è piuttosto quello dell’arte, della poesia, della mistica…
Dovremmo rivivere il sogno esattamente come è senza fare correzioni o censure, riattivarne i colori, rievocarne l’emozione, riprenderne il pathos, in modo che, mentre lo si racconta, si creino quelle trame emozionali e simboliche misteriose che fanno emergere di colpo il significato.
Ma è meglio se c’è un ascoltatore esterno, un analista, come una buona amica..
In assoluto un sogno appartiene solo al sognatore e non avrebbe senso farlo interpretare da un altro soprattutto se non sa nulla di voi.
Ogni sfumatura del sogno vi appartiene, deriva dal vostro vissuto, dalle particolari sfumature che vi compongono e di cui l’altro, in quanto altro, non sa niente. Perciò, sempre in assoluto, potremmo anche dire che nessuno capisce perfettamente un sogno e che sarebbe assurdo, in questo vuoto di conoscenze relative, tentare di interpretarlo.
Tuttavia nel sogno possono comparire dei simboli universali che hanno un significato costante per tutti. E su questi si può lavorare.
Quando invece si ha l’impressione che i dettagli ineriscano a un privato, si deve fare domande, saperne di più. Se infine è successo qualcosa nei giorni prima del sogno, dovrebbe essere il sognatore stesso a dirlo.

(Il sogno del cavaliere, Raffaello)

L’INTERPRETAZIONE DEL SOGNO

Le interpretazioni del sogno affondano nella notte dei tempi e sono presenti in tutte le culture, dove l’oniromanzia è delegata ai grandi sacerdoti o sciamani.
In India o Cina, il sogno fa parte della diagnosi ed è di aiuto al medico, il quale chiede al paziente anche i suoi sogni.
Nel mondo occidentale moderno i sogni sono stati rigettati come fenomeni bizzarri e insignificanti di cui la scienza non si dovrebbe occupare.
Ai primi del Novecento Sigmund Freud riporta decisamente i sogni in ambito scientifico. Egli è il primo dei moderni interpreti dei sogni e li guardò come messaggi molto importanti, ma criptati, nascosti, che venivano dall’inconscio inferiore, come criptogrammi, messaggi celati dentro immagini.
Freud distinse ‘un significato manifestò e uno ‘latenté, vide il sogno come un quadro simbolico, un rebus o una sciarada, in cui i particolari non corrispondono al senso apparente ma hanno un significato secondario, molto più importante.

Se per es. sogno una CASA, questa, nella maggior parte dei sogni, indica il mio stato psicofisico, è uno psicogramma, cioè un’istantanea, una radiografia insieme del mio corpo, dei miei sentimenti, della mia psiche colta in quel preciso momento
.
Se sogno dell’ACQUA, ciò vuol dire energia, la quantità e il tipo di acqua mi darà informazioni sulla mia energia presente. Vedrò se è inquinata o pura, calma o ingorgata, trasparente o torbida ecc.
Lo stesso vale per ‘Bambinò, ‘Serpenté, ecc.

Il sogno parla attraverso simboli, nessuno ha creato questi simboli essi esistono di per sé, appaiono e si manifestano, alcuni possono anche essere culturali ma i veri simboli eterni sono archetipici cioè originari, arcaici, primari, e per questo essi appaiono identici in ogni uomo della Terra in ogni tempo, un po’ come gli istinti. Gli istinti (la fame, il sesso ecc.) sono pulsioni del corpo, gli archetipi sono i modi con cui parla la psiche. Tutta l’umanità ha gli stessi istinti, come voci del corpo; tutta l’umanità ha gli stessi archetipi, come voci della psiche. Questa generalità prova che esiste in noi una mente universale che parla sempre con lo stesso linguaggio. Per questo i sogni si somigliano sia che siano fatti oggi in Italia sia che fossero siano stati sognati migliaia di anni fa in Egitto o in Grecia.
La mente che sogna è eterna e parla con immagini. Di cosa parla? Dell’arte del vivere.

Da tempo immemorabile l’uomo ha cercato di costruire dei codici di interpretazione di questo linguaggio della psiche eterna.
Lo stesso Freud, che viene considerato il fondatore dell’interpretazione moderna dei sogni, attinse abbondantemente dai cinque libri di Artemidoro, il più grande decodificatore di sogni del mondo antico (2° sec. d. C.).
Spero di rendervi familiari vari simboli allo scopo di comunicare meglio con quella parte di voi che può diventare la vostra migliore amica.
Ho sempre dato molta importanza ai sogni come a prodotti analoghi della mente, come le visualizzazioni, le visioni, le allucinazioni, le voci dirette, la scrittura automatica, le OBE, la trance, i prodotti artistici ecc.
Col tempo sono diventata una discreta interprete di sogni e una sperimentatrice spontanea di stati non ordinari di coscienza, questi non sono aperti alla conoscenza di tutti e costituiscono un fenomeno psichico più raro, mentre il sogno è più alla nostra portata e non credo esistano persone che non ricordano nessuno dei loro sogni.
Questo argomento può interessare un po’ tutti perché, anche se non siamo sciamani o sensitivi, ognuno di noi è incuriosito dalla sua attività mentale notturna e, almeno una volta nella vita, si è trovato a sperimentare, nel sonno o nella veglia, qualcosa che usciva dalla esperienza ordinaria.

(Rousseau)

CENNI STORICI

Il sogno esiste da sempre. Nello sciamanesimo, come in tutte le culture primitive, esso è fonte di saggezza e guida le scelte della tribù.
Presso i popoli antichi, il sogno godeva di grandissima considerazione.
Venivano raccolti specialmente i GRANDI SOGNI ricevuti dai re, dai sacerdoti o dai capi militari. Essi erano ritenuti messaggi divini, rivelazione diretta del volere degli dei. Nel mondo antico le potenze superiori possono attivare una conoscenza privilegiata, attraverso la medianità, lo spiritismo, la chiaroveggenza, l’arte… con messaggi in cui si assegnano compiti, si mostra il futuro, si indicano destini.
Nell’universo induista il sogno è tanto importante che il mondo stesso sorge come un sogno del Brahma addormentato.
Gli Assiro-Babilonesi avevano una vera e proprio incubazione sacra, un rituale per indurre i GRANDI SOGNI, che avevano un significato importantissimo per la storia del popolo e per le decisioni dei re.
Il luogo del sogno è visto come varco tra due mondi, quello degli uomini e quello degli dei, o tra il mondo dei vivi e quello dei morti, oppure più semplicemente tra la coscienza e l’inconscio o tra passato e futuro. Il sogno è un ponte.
Nelle caverne australiane gli aborigeni dormono con cristalli di quarzo o opali della chiaroveggenza, per contattare le creature del Tempo del Sogno, che crearono il mondo e tracciarono le vie dei canti. (anche voi potete mettere sotto il cuscino o sotto il letto opali, quarzi e anche ametiste, che sviluppano il terzo occhio ovvero l’arte del vedere. Oppure per meditazioni brevi potete tenere le stesse pietre sulla fronte. Le pietre hanno ognuna una frequenza e attivano in noi le frequenze analoghe).
Si favoleggia che nella mitica Atlantide o in luoghi segreti dell’Africa vi fossero caverne interamente fatte di quarzo, dove il sognare apriva facilmente la via della sua mente verso la Conoscenza superiore. E anche oggi si dice che portare al collo un quarzo stimola l’’altra vista’.
Il quarzo è una pietra rigenerante che ha una energia molto forte ed è la pietra per eccellenza della guarigione, possiede tutte le frequenze perché il suo bianco è la somma di tutti i colori.

Nel bacino mediterraneo, nelle caverne sotterranee, negli antichi culti della terra, le sacerdotesse della Dea Madre cadevano nel sogno incubatorio per avere dalla Dea potere ed energia e anche comunicazioni occulte. Il sonno o trance della sacerdotessa è una immagine costante del mondo antico.

Sognano nella tenda del sudore i nativi americani per contattare gli spiriti degli antenati e dormivano forse nelle domus de janas i sacerdoti delle antiche popolazioni sarde, deprivati delle loro energie terrene dai campi magnetici sottrattivi, per lasciare più facilmente questo mondo per l’altro, sconnettendo il piano materiale.
Presso gli indiani del Nord America i sogni aiutano a scoprire medicine, canti magici, danze. Il gruppo resta a lungo nudo nella capanna sudatoria delle pietre ardenti bagnate con acqua e droghe ed entra in una situazione di trance da cui si esce raccontando i sogni.

Ci sono pietre per sognare e pietre su cui si sogna. I dolmen, enormi pietre piatte disseminate un po’ per tutto il centro l’Europa, forse erano letti per sognare, o tavole su cui focalizzare l’energia concentrata di Terra e Cielo, energia cosmo-tellurica.

I nativi americani sospendono sul capo dei bambini addormentati una reticella intessuta di sassolini e conchiglie, per trattenere i sogni, affinché essi non si portino via le anime dei loro bambini nelle terre perdute dell’altrove.

 

 



 

 

 

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